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Riflessioni sul Viaggio a L’Aquila – Ringraziamenti alla Soprintendenza

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO
PER LA CITTA’ DELL’AQUILA E I COMUNI DEL CRATERE
Direttore: arch. Maria Alessandra VITTORINI
mbac-sabap-aq@mailcert.beniculturali.it

Gentile Direttore,
dieci anni sono ormai trascorsi da quella terribile notte del 6 aprile 2009 ed il terremoto dell’Aquila sta lentamente ed inesorabilmente passando dalle pagine della cronaca a quelle dei libri di storia contemporanea; quella dell’Aquila è una storia tutta italiana e come tale è storia che contiene in sé altre, tante storie.
E’ la storia della devastazione e delle morti, del dolore e della disperazione.
E’ la storia delle orribilii risate degli speculatori che – a poche ore dal sisma – sghignazzavano sugli eventi accaduti, pensando a come ghermire i fondi pubblici che già prospettavano.
E’ la storia di una nazione che si è rilevata incapace di avviare una seria e compiuta riflessione sul tema del riuso e della rigenerazione urbana; incapacità ancora più grave negli anni in cui altre città europee, medie e grandi, portavano a termine processi già avviati da tempo, giungendo – in taluni casi – alla terza o quarta generazione dei loro piani strategici.
E’ la storia di una nazione che non ha saputo trasformare la gestione dell’emergenza – di cui pur vantiamo la leadership a livello globale – in cultura della prevenzione.
E’ la storia di un paese che ha relegato NOI architetti in fondo alle graduatorie socioeconomiche, vedendoci solo come platea di rilevatori capaci di riempire schede con rimborsi da colf o badante.
NOI beneventani veniamo da una terra martoriata in cui i disastri sono stati compiuti più dal dopo sisma che dal terremoto stesso. Negli anni ’80 e ’90 l’irresponsabilità politica e l’insipienza e la connivenza di molti tecnici hanno segnato i nostri territori ed il nostro paesaggio che, ovviamente, non è più quello bucolico dei primi del novecento o addirittura del Grand Tour, ma neppure quello ordinato dei filari di viti alternati agli ulivi, delle semine del grano e delle piantagioni di tabacco degli anni ‘70: la casa colonica è abbandonata e diruta ed affianco ad essa sorge la traduzione in pietra, mattoni e cemento del Manuale del “Perfetto Geometra”; i pochi agglomerati dei piccoli centri storici sono circondati dal blob delle palazzine vuote nella vana attesa di giovani che scappano per trovare altrove il loro presente.
Tornando in pullman da questa esperienza dei sensi abbiamo commentato come la struttura da Lei diretta ci ricordasse le Universitas del tardo medioevo: centri in cui si accoglievano sapienti da ogni dove, fuochi di aggregazione della cultura, luoghi di diffusione e divulgazione del sapere e dei saperi aulico e dotto, tecnico, comune; ma soprattutto luogo di FACITORI delle città e del paesaggio.
Tante sono le difficoltà, ma enorme è il lavoro fatto: torniamo arricchiti da questo viaggio che è stato anche viaggio nella nostra memoria ed in quello che poteva essere; grazie al Suo lavoro ed a quello dei validi collaboratori – che ci hanno premurosamente assistito e guidato – L’Aquila fra pochi anni saprà posizionarsi con efficacia ed efficienza sul mercato della competizione globale tra città e territori e tutto ciò rappresenta fonte di speranza e fiducia per i nostri che tante similitudini vantano con questa magnifica ed orgogliosa terra.
Cordiali ed affettuosi saluti

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